fbpx

Appuntamenti on line a prova di riservatezza

Non ci stancheremo mai di ripetere che sul web bisogna comportarsi come nella vita reale e mai pensare che, poiché il web non è la vita reale, possiamo comportarci in modo inappropriato, inopportuno, imprudente o stravagante, a dir poco!

Nella vita quotidiana lasceremmo aperta la porta di casa, una volta rientrati? Spalancheremmo la finestra che si affaccia sul palazzo di fronte, mentre facciamo la doccia? Crediamo proprio di no. Allora, anche sul web dovremmo pensare in termini di riservatezza, perché oltre alla diffusione di dati ed informazioni che ci riguardano, potremmo mettere a repentaglio anche la nostra incolumità fisica o la nostra serenità psichica, con comportamenti non sufficientemente soppesati.

Chi legge, forse, avrà già capito che ci stiamo riferendo in modo particolare, ma non esclusivo – potendosi, certi consigli, adattare a qualunque circostanza- all’attività di dating on line, in cui persone di qualunque età e provenienza geografica, culturale, sociale, si conoscono e frequentano, di solito per ricercare l’anima gemella, nei luoghi virtuali rappresentati dalle app appositamente create.

In occasione di tali incontri, è intuitivo che si debba osservare una particolare prudenza nel fornire dati ed informazioni relativi alla propria vita, al proprio orientamento sessuale, alle proprie condizioni generali, perchè l’ambito delle relazioni umane (e, nello specifico, delle relazioni sentimentali) può vedere esasperati i peggiori sentimenti: dalla gelosia, alla rivalsa, alla vendetta, come osserviamo, tristemente e spesso, nelle cronache quotidiane.

A tal proposito, segnaliamo la campagna informativa sul sito del Garante della Privacy, che contiene consigli utili a chi si trova a “chattare” e di cui diamo, in quest’articolo, rapidi cenni.

Innanzitutto, il Garante consiglia di leggere l’informativa sui dati personali, per conoscere quali dati verranno raccolti, a quali finalità trattati e quale uso verrà fatto delle immagini che l’utente metterà a disposizione.

La seconda raccomandazione riguarda il momento dell’iscrizione: sarebbe preferibile che avvenisse attraverso una mail creata ad hoc e che si usasse uno pseudonimo, piuttosto che il proprio nome e cognome, nel proprio profilo; inoltre, all’atto dell’iscrizione, è consigliabile fornire SOLO i dati necessari alla fruizione del servizio, bloccando anche l’accesso dell’applicazione di dating alla memoria e ad alcune funzionalità del telefono, del tablet o del PC ( es. microfono, camera, geolocalizzazione): tali accorgimenti proteggeranno l’identità, nel caso di diffusione, anche involontaria ed accidentale, dei dati personali e, soprattutto, eviteranno di poter essere rintracciati, al di fuori della chat, da utenti con cui non si desidera interagire. Per gli stessi motivi, conviene non iscriversi tramite l’accesso ai propri profili social o altri servizi on line.

Massima attenzione anche a pubblicare la foto del profilo: se viene scaricata ed inserita in un motore di ricerca, è possibile rintracciare la persona fotografata e le informazioni che la riguardano. Il volto, in particolare, è collegato ai dati biometrici, che oggi sono utilizzati per alcune delicate funzionalità.

Un rimedio? Rendere accessibile la propria foto-profilo solo agli utenti con cui si accetta di interloquire.

Riflettere bene, inoltre, prima di condividere le immagini personali, soprattutto quelle più intime: il rischio di subire ricatti (sextortion), diffamazione per vendetta (revenge porn) o creazione di video falsi è tutt’altro che remoto.

Evitiamo di fornire troppe informazioni personali agli sconosciuti e stiamo attenti a quello che esterniamo per iscritto (se ne possono fare degli screenshot); impostiamo password sicure, aggiorniamo l’app alle nuove versioni, evitiamo di memorizzare su siti ed app le coordinate di accesso alle carte di credito ed impediamo ai minori l’accesso alle app di dating, magari impostando le limitazioni d’uso.

Tali consigli, che si possono approfondire sul sito del Garante, sono contrassegnati dal denominatore comune della prudenza massima: di certo non si arriverà al rischio zero (che è come il limite dell’orizzonte, ossia inesistente), ma si limiteranno il più possibile situazioni spiacevoli e pericolose, di cui non vorremmo più sentir parlare nei fatti di cronaca.

Buona navigazione!

©2023 IPS - I Professionisti della Sicurezza - Cod. Fisc. 93209680870 - il portale di informazione e formazione dal mondo della sicurezza e per la polizia locale

Contattaci

Hai domande, desideri informazioni, o desideri collaborare con noi? Inviaci una mail e ti risponderemo al più presto.

Sending
or

Log in with your credentials

Forgot your details?