Per ricordare che la violenza non è amore!
E’ stata istituita nel 1999, è la Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne, una ricorrenza che cade il 25 novembre, il giorno in cui le Nazioni Unite, stabilirono la commemorazione per la morte delle sorelle Mirabal uccise nel 1960 per essersi opposte al dittatore Rafael Leonidas Truijillo della Repubblica Domenicana.
Nel nostro Paese è una ricorrenza che stenta ad essere recepita, sono circa 15 anni che questa giornata viene celebrata, tant’è che all’inizio vi aderivano solamente i centri antiviolenza e solo in seguito hanno aderito le Istituzioni. La violenza sulle donne, ogni forma di discriminazione sessuale, è frutto di un modello culturale che ancora risente della differenza in termini di inferiorità della donna sull’uomo. Questo modello culturale è stato denunciato in un termine “FEMMINICIDIO“.
Il termine “femminicidio”deriva dalla traduzione italiana del termine inglese “femicide”che non vuole assolutamente fare riferimento al genere, all’identità sessuale delle vittime.
E’ per questo concettualmente errato identificare il femminicidio con l’uccisione di una donna, perchè è molto di più…è un termine che
nasce da un indice puntato contro le Istituzioni Politiche, contro le violenze di stampo misogino, sessista, degli uomini e delle Istituzioni sulle donne.
E’ stata la messicana Marcela Lagarde, docente universitaria di sociologia e antropologia, a coniare questo termine nel 1997 per definire il dramma delle uccisioni di donne di Ciudad Juarez, città al confine fra Messico e Stati Uniti, nella regione del Chihuahua.
Un esempio? Il governo di New Delhi ha vietato la messa in onda di un docufilm prodotto dalla Bbc in cui parla Mukesh Singh, una delle quattro persone condannate per l’accaduto secondo cui la ragazza, di soli 21 anni, “non avrebbe dovuto resistere alla violenza“, ha detto l’uomo, ma “doveva stare calma perché così si sarebbe salvata“, perchè, per il ministro dell’Interno, Rajnath Singh: “Il film contiene commenti altamente denigratori e affronto alla dignità delle donne“.
La ricorrenza del 25 Novembre, quindi, deve diventare un mezzo per ricordare ciò che non desideriamo essere: degli esseri insulsi che accettano la violenza come mezzo di autoaffermazione di se stessi a discapito di un altro essere umano!