Questa mattina doveva iniziare il processo ordinario contro l’aggressore del ns. Luigi LICARI, ma abbiamo trovato una sorpresa. E’ stato chiesto il rito abbreviato, motivo per cui, i tanti colleghi presenti (di Catania e di altri Comuni) e le parti civili, che si erano costituiti al processo per la vittima dell’aggressione, fino alle ore 11,10 circa, non sono stati ammessi al dibattimento.
L’imputato (quasi certamente), attraverso i suoi legali, deve avere richiesto stamani stesso che il processo si svolgesse con il rito abbreviato, solo sulla base del contenuto del fascicolo depositato dal PM, che ha concluso le indagini.
Pertanto alle ore 11,10 circa, solo le parti civili sono stati ammessi al processo camerale, oltre che Luigi Licari, che stamani era presente al tribunale, nel corridoio antistante l’aula 1.
Ai colleghi e alle altre persone presenti non è stato consentito di entrare, pertanto si aspetterà alla fine del dibattimento di stamani, le eventuali ulteriori decisioni del Giudice, che con propria ordinanza ha disposto la trasformazione del rito.
Con il rito abbreviato l’imputato avrà diritto ad uno sconto di pena di un terzo secco rispetto alla sanzione penale massima prevista e che se non erro, per questo caso dovrebbe essere della reclusione, come previsto dall’articolo 583 del C.P., da 3 a 7 anni. Il conto è fatto.
Noi comunque ci auguriamo, a questo punto, che Luigi riprenda le sue condizioni normali di vita e di lavoro.
Ritornando a casa a me, all’amico Giovanni Iannello e agli altri colleghi (che stamani eravamo presenti nel segno di solidrietà) rimane di sperare il cambiamento di queste leggi inique.
Noi delle associazioni IPS e OPL, al nuovo governo (che si spera nasca presto), chiederemo la modifica al codice di procedura penale, affinchè gli imputati reo commessi o, comunque, in presenza di prove inconfutabili, nelle ipotesi di delitti commessi nei confronti di pubblici ufficiali, non vengano ammessi al rito abbreviato.