Sarebbe stata emanata una circolare in data 12 gennaio 2018, da parte del Dipartimento di Pubblica Sicurezza del Ministero dell’Interno indirizzata a tutte le questure, che, secondo quanto riporta il quotidiano sulle Pubbliche Amministrazioni “Italia Oggi”, dovrebbe dare inizio ad una stretta collaborazione tra la Polizia Locale che dispone dei sistemi di videosorveglianza urbana e la Polizia di Stato che gestisce la banca dati dei veicoli rubati delle Forze di polizia dello stato. In particolare si tratterebbe di predisporre “l’integrazione dei sistemi di videosorveglianza comunale di lettura targhe con il sistema nazionale targhe e transiti dei veicoli rubati”, perchè il servizio di controllo dei veicoli circolanti rubati, rappresenta un obiettivo imprescindibile della sicurezza urbana integrata introdotta lo scorso anno con il csd. “decreto sulla sicurezza delle città”.
Ma i limiti operativi (che tra l’altro impediscono di perseguire i reati di furto dei veicoli e quelli temuti per le conseguenze che ne possono derivare dall’utilizzo degli stessi), cui era soggetta la Polizia Locale Municipale, si riverberano pesantemente nell’effettiva attivazione del servizio. Per cercare di dare seguito alle numerose lamentele e alle richieste di accesso a dette banche dati che sono pervenute dai territori e dall’ANCI, ha costretto il Viminale a diramare in merito le prime indicazioni concrete.
L’accesso al sistema denominato SCNTT (Sistema Centralizzato Nazionale Targhe e Transiti) È regolato da un decreto ad hoc, «che individua i trattamenti dati effettuati dalle forze di polizia in attuazione dell’art. 53 del codice per la protezione dei dati personali».
Il Sistema SCNTT ha principalmente lo scopo di:
- Acquisire e distribuire ai sistemi periferici le liste nazionali delle targhe rubate, di quelle segnalate dagli uffici di polizia e di quelle non revisionate, la lista delle targhe rubate viene generata dalla Banca Dati SDI;
- Realizzare un’unica Banca Dati per tutti i transiti registrati dei sistemi periferici di videosorveglianza;
- Implementare meccanismi di correlazione e propagazione tra sistemi degli allarmi relativi alle targhe segnalate.
Sul quotidiano summenzionato si legge la nota secondo cui “L’architettura di un sistema ibrido polizia locale e dello stato dovrà essere particolarmente articolata. Spetterà in ogni caso al comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica esprimere una prima valutazione di fattibilità. Con una definizione analitica dei diversi ruoli e prerogative di tutti gli operatori coinvolti. E a tal fine il ministero metterà a disposizione un facsimile di protocollo d’intesa stato-comuni da adottare localmente.”
Ma la cosa veramente importante è riposta nella speranza per una sicurezza efficace della messa a disposizione delle Polizie Locali degli strumenti di informazione necessari, ovvero di quelli presenti nel Sistema Informativo in uso alle altre Forze di Polizia dello Stato denominato SDI.
Per il momento si legge nella circolare che “L’integrazione delle due banche dati rappresenterà un primo tassello nella costruzione del sistema di sicurezza urbana integrata disegnato dal decreto Minniti (d.l. n. 14/2017 convertito nella legge n. 48/2017)”.
Fonte: Italia Oggi.