Da pochi giorni è stato pubblicato il Rapporto Smart City Index di Ernst&Young, che definisce un indice di sostenibilità delle città italiane, secondo cui Bologna è la città più smart d’Italia seguita da Milano che, anche grazie ad Expo, strappa l’argento a Torino, quest’anno scesa al terzo posto della classifica. Roma perde terreno e scivola dal 4° al 9° posto.
Pessima situazione al sud d’Italia: bisogna aspettare la 32esima posizione per incontrare la prima città del meridione, Napoli. Maglia nera alla Sicilia con i principali capoluoghi che, come nel 2014, si attestano in fondo della classifica. Da notare gli 11 posti guadagnati da Cagliari, al 33° posto quest’anno, anche grazie alla informatizzazione delle scuole con l’81% delle aule connesse nella regione.
Leggendo però con attenzione e con spirito critico i dati e le interpretazioni dello Smart City Index di Ernst&Young sulle città italiane, tali dati cozzano con quanto fotografato dai dati sui reati ISTAT secondo cui in Italia viviamo in città che sono sempre meno sicure.
I dati ISTAT certificano uno scenario di un paese in cui i Comuni sono tartassati da reati come furto, omicidio, rapine, ecc e le cui denunce sono in continuo aumento. Milano, per esempio, è la capitale italiana per furti (7.800 denunce per 100 mila abitanti, praticamente una denuncia ogni 12 abitanti!). Segue Bologna (con 7.600 denunce per 100 mila abitanti), poi Venezia, Torino, ecc.
Il nord Italia, insomma, è caratterizzato per una maggiore esposizione ai furti.
Per quanto concerne, invece, le rapine il meridione è la parte del Paese che ne detiene il maggior numero.
Città come Napoli, Bari, Palermo, sono quotidianamente esposte a questo particolare tipo di reato. Ma anche Milano e Torino risultano essere ai primi posti.
Il centro Italia, invece, con città come Bologna e Firenze, è caratterizzato per reati di droga.
In Toscana, nel 2015, si registra un aumento dei delitti contro la pubblica amministrazione (+23%), degli omicidi colposi (+19%), delle lesioni colpose (+131%), ma soprattutto dei reati ambientali che crescono del 70% rispetto al periodo precedente.
Pertanto se in testa allo Smart City Index abbiamo Bologna e Milano lo abbiamo in maniera negativa anche per i reati, quindi città che sono Intelligente/Smart/Sostenibile non sono poi così sicure per i cittadini.
Una città per essere definita Intelligente/Smart/Sostenibile DEVE ESSERE anche e SOPRATUTTO SICURA.
La città Intelligente/Smart/Sostenibile non può più essere solo un’idea utopica ma può e deve trasformarsi in realtà.
È quindi evidente che le nuove tecnologie offrono sì la possibilità di comunicare in tempo reale ed in maniera digitale con i cittadini per aumentarne la percezione della sicurezza, ma occorre modificare anche gli schemi organizzativi delle Amministrazioni e delle Forze dell’Ordine.
L’innovazione tecnologica può essere un “fattore abilitante” per raggiungere questo obiettivo di integrazione per un più razionale uso delle risorse, specie nella situazione attuale di crisi della finanza pubblica, in particolare rendendo possibile l’integrazione degli sforzi dei vari soggetti portatori di interessi: le diverse Forze dell’ordine, gli Enti locali, i cittadini stessi in un’ottica di sussidiarietà orizzontale verso un nuovo concetto di “sicurezza partecipata”.
Per stare al passo con le aspettative dei cittadini e soddisfare nuove esigenze sempre più impegnative, le Pubbliche Amministrazioni DEVONO iniziare a sfruttare e integrare i dati già in loro possesso, migliorare i processi e prendere decisioni proattive ed in tempo reale.
In questo paradigma, che poggia sui pilastri della partecipazione, della collaborazione, della condivisione, della sostenibilità e dell’innovazione sociale e tecnologica, sono contenuti il senso di una piattaforma di servizio per la cooperazione sicura (Security As A Service), strutturata ed in tempo reale tra enti, organizzazioni pubbliche e private, nazionali.