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…parcheggiare in seconda fila può configurare un reato

se…le conseguenze sono tali da incidere sulla sicurezza della circolazione provocando la morte di una persona, o privandone del libero arbitrio con conseguenti sanzioni penali per i responsabili. Sostare in seconda fila rappresenta una consuetudine dettata da cattive abitudini e nella convinzione che pochi minuti non sono poi la fine del mondo, quando “trovare” un parcheggio sembrerebbe impossibile. Diciamo la verità, quanti di quelli che ragionano in tali termini hanno effettivamente provato a cercare un parcheggio? Molto spesso è la fretta, a volte la superficialità ma la cronaca è densa di episodi in cui taluni individui hanno perso la vita a causa di una auto in sosta. Vi sembra impossibile?

Recentemente, anche il Vice Presidente Nazionale del Codacons, (conosciuta associazione dei consumatori),  Prof. Marchetti si è espresso su queste cattive pratiche alla guida nel corso di un’intervista di una radio locale di Salerno “Radio bussola 24” dichiarando testualmente: “Vi devo intrattenere sullo Street Control. Questo aggeggio infernale che ci gira per la città e ci fa stare in ansia. Io, in verità, come responsabile di un’associazione di consumatori, dico finalmente si è trovato il sistema per liberare le città da questa cattiva pessima abitudine del parcheggio in doppia fila. Questo aggeggio controlla tutte le macchine, fotografa e il vigile all’interno della macchina, dopo avere controllato che non ci sia l’autista della macchina, inoltra automaticamente la targa alla sede di controllo e poi scatteranno i termini per la multa. Il problema è questo che non ci si rende conto che la sosta in doppia fila non è soltanto passibile di multa. Ma c’è anche il rischio di una condanna penale, perchè è capitato (la Cassazione ha fatto una sentenza) che un motociclista ha superato una macchina in doppia fila, è stato aperto lo sportello e il motociclista è morto. Mi auguro che questo strumento liberi le città d’Italia da questa cattiva abitudine e sopratutto le renda più vivibili”. Parcheggiare la macchina in sosta vietata o in doppia fila, quindi, può in alcuni casi avere conseguenze penali tanto che ormai la giurisprudenza si è consolidata circa i casi di concorso in omicidio, sequestro di persona e violenza privata derivanti dalla condotta dell’automobilista che con il suo comportamento abbia determinato la lesione di un bene giuridicamente tutelato come la vita, la libera circolazione, ecc. ecc.. Sono ormai noti  i casi di concorso in omicidio, come quello del disabile travolto ed ucciso poichè un auto gli aveva impedito di utilizzare l’attraversamento pedonale e dovendo raggiungere il lato opposto, fu costretto a “sbucare” tra questa auto in divieto ed una regolarmente in sosta, o come il caso del sequestro di persona di quel conducente che parcheggiando in un vialetto d’accesso ad un’abitazione bloccava di fatto le persone che si trovano all’interno, come l’episodio di un diverbio tra automobilisti per una seconda fila ed il conducente in divieto che si oppone a spostare il veicolo per consentire che venga ripresa la marcia, concretizzando in questo modo la fattispecie della violenza privata, allorquando si parcheggia l’auto impedendo l’uscita agli altri veicoli. Questi citati sono solo alcuni esempi di come una banale disattenzione, trascuratezza, e/o negligenza possa divenire causa di infortunio irrimediabile.

Il codice della strada ha il compito principale di tutelare proprio la sicurezza e per questo  ai sensi dell’art. 158, comma 2, lett. c) del d.lgs. 285/92 (Codice della Strada) che regolamenta la sosta  dei veicoli dispone che è vietato collocare l’automezzo in seconda fila, salvo che si tratti di veicoli a due ruote comminando la sanzione al comma 6 : “Chiunque viola le (…) disposizioni del presente articolo è soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 41 a euro 169 per i restanti veicoli”, prevedendo altresì all’art. 159, che qualora la sosta  “costituisca pericolo o grave intralcio alla circolazione” l’operatore di Polizia sarà legittimato a procedere alla rimozione forzata del veicolo. Ma questa non è la sola sanzione in cui si può incorrere,  qui di seguito alcune sentenze della Corte di Cassazione intervenuta su fatti scaturiti dall’aver collocato il veicolo in violazione stradale: la Cassazione penale , sez. I, sentenza 04.07.2005 n° 24614  intervenuta sul reato di violenza privata, di cui all’art. 610 c.p., allorquando si è lasciato un veicolo in seconda fila o in modo da impedire il libero movimento di altri, stabilendo che resta integrato ogni volta che “la condotta dell’agente sia idonea a produrre una coazione personale del soggetto passivo, privandolo della libertà di determinarsi e di agire in piena autonomia“. Sempre la Corte di Cassazione con altra sentenza n. 42498/2010, ha integrato con il reato di omicidio colposo il comportamento di chi lasciando la propria auto in doppia fila (e per di più, con lo sportello aperto) provoca un incidente stradale mortale. Non possiamo, infine, non citare il caso del conducente di un veicolo, che, dopo averlo lasciato in sosta, tanto da intralciare la circolazione stradale, non ottemperava all’ordine dell’agente della polizia municipale di rimuoverlo, in quanto determinava una situazione di pericolo, incorrendo nella violazione di cui all’articolo 650 c.p. (Cass. Pen. Sent. n. 3969 del 02/02/2004).

Riflettiamo dunque ogni qualvolta avremo la necessità di parcheggiare, ma è altrettanto necessario richiamare gli operatori di polizia ad un maggior rigore anche nelle situazioni statiche come quelle della sosta poichè il veicolo potrebbe divenire sia una insidia per gli altri utenti della strada, sia un atto arbitrario di limitazione della libertà altrui.

E’ d’obbligo, ciò premesso, riconsiderare la sosta in seconda fila, senza sembrare affatto esagerati, come un attentato ai beni supremi, come la vita e la libertà di movimento dell’essere umano, beni questi costituzionalmente tutelati.  

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