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L’IVASS detta le regole al Ministero dell’Interno sugli accertamenti delle sanzioni

L’IVASS (Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni) ha recentemente inviato al Servizio di Polizia Stradale della Direzione Centrale del Ministero dell’Interno, con protocollo n. 0111471/16 del 01/06/2016, (Nota IVASS) una nota con la quale detta le regole operative per colmare i problemi creati dalle società di assicurazione all’operato dei servizi di Polizia Stradale, in occasione del sequestro dei veicoli non coperti dall’assicurazione obbligatoria RCA, a seguito dell’accertamento delle violazioni di cui all’art. 193 del C.d.S.

L’Istituto di Vigilanza, pur ammettendo (in poche righe) che possono verificarsi, da parte di alcune società di assicurazione, ritardi nell’alimentazione o disfunzioni sul caricamento dati (senza riferire i motivi per cui si verificano tali problemi e senza richiederne di eliminarne le cause, magari applicando, qualora ne ricorressero le condizioni, le sanzioni di cui agli artt. 5 e 11 del Regolamento n. 9 del 19 maggio 2015 dell’IVASS), con la predetta nota, non fa altro che richiedere al Ministero dell’interno di intervenire  per sollecitare gli Organi di Polizia Stradale ad articolare i controlli in modo di addivenire a comportamenti omogenei finalizzati all’accertamento della copertura assicurativa, attraverso il controllo della certificazione assicurativa cartacea, che viene rilasciata a mezzo posta elettronica ai proprietari dei veicoli e non tramite l’archivio nazionale dei veicoli, come istituito presso la Direzione generale della M.C.T.C..

Ciò premesso, l’IVASS in particolar modo ritiene che la certificazione assicurativa  cartacea debba prevalere, perchè evidentemente essa deve aver accertato che determinate società assicuratrici non provvedono a curare responsabilmente la trasmissione corretta e aggiornata dei dati RCA dei veicoli all’archivio nazionale del veicolo, in danno all’attività operativa celermente attivabile mediante il flusso di informazioni digitali e che ciò non può essere efficacemente assolta per delle carenze ancora tutte da chiarire.

Partendo dal presupposto che, secondo le richieste dell’ISVASS, l’archivio nazionale non potrebbe avere prevalenza sulla certificazione cartacea prodotta dal conducente/proprietario e rilasciata dalle Società di Assicurazione RCA, detto Istituto non fa altro che mettere in discussione il valore giuridico che il legislatore ha voluto, ai sensi degli artt. 225 e 226 C.d.S., attribuire all’archivio nazionale del veicolo della M.C.T.C., dove dette Società Assicuratrici hanno l’obbligo di fare pervenire, in tempo reale, i flussi dei dati relativi alla copertura assicurativa dei veicoli circolanti su strada.

ANIA_LOGO_FONDO_BLUIl modello operativo richiesto dall’IVASS andrebbe, quindi, nella direzione opposta a quella intrapresa e gradita dall’ANIA attuata attraverso il processo di dematerializzazione in favore di quello che la Pubblica Amministrazione sta applicando in più ambiti mediante il processo cd. di “digitalizzazione” (trasformazione del cartaceo in flussi informatizzati di dati), mentre andrebbe nella direzione di agevolare ulteriormente la circolazione dei veicoli senza copertura assicurativa, che fin da prima dell’entrata in vigore della relativa legge sulla detematerializzazione del contrassegno RCA, risultavano essere oltre il 30% di quelli circolanti su strada (circa 3.900.000 i veicoli circolanti senza la copertura assicurativa secondo la Fonte ANIA).

Abbiamo già trattato in questa sede del processo di dematerializzazione del contrassegno assicurativo (http://www.iprofessionistidellasicurezza.it/2016/05/03/la-dematerializzazione-dallaccertamento-analogico-quello-digitale-aspetti-giuridici-ed-operativi/), processo che non è stato attuato per indurre gli automobilisti a ritenere di potere circolare (sostare in area pubblica) con i veicoli, senza la necessaria copertura RCA, ma deve essere recepito, dagli automobilisti in primis come sistema di semplificazione delle procedure e (nell’era della digitalizzazione e dei sistemi telematici) di eliminazione del sistema cartaceo, che comunque agevola i controlli al fine di ridurre un’illegalità sempre più diffusa, i pericoli per la sicurezza stradale e i relativi danni economici per la società. Anche l’ANSA in un articolo del  16 aprile 2016  dichiarava che

Con i controlli elettronici sarà quasi impossibile circolare sprovvisti di copertura assicurativa senza essere individuati dalle forze dell’ordine. Starà a loro verificare se il numero di targa è presente nella banca dati dei veicoli assicurati istituita presso la Motorizzazione civile. In pratica, ogni volta che verrà stipulata una nuova polizza o verrà effettuato un rinnovo, la compagnia di assicurazione dovrà inviare le informazioni alla banca dati delle coperture assicurative creata dall’ANIA e denominata SITA. Dal sistema SITA, le informazioni confluiranno nel database della Motorizzazione civile che contiene i dati sui veicoli immatricolati. L’incrocio delle informazioni contenute nelle due banche dati consentirà agli Organi di Polizia Stradale di sapere in pochi secondi chi è regolarmente assicurato e chi è invece sprovvisto di assicurazione.” [1] 

Tornare al cartaceo, quindi, non rappresenta altro che una richiesta anacronistica, sapendo altresì che detto materiale  è facilmente falsificabile e non sempre riconoscibile nell’immediato, di cui spesso gli operatori di polizia ne vengono a conoscenza solo in sede di incidente stradale quando subentrano problemi connessi all’attività risarcitoria da parte delle compagnie assicurative chiamate in causa. Pensiamo, ad esempio, all’ipotesi dell’addetto di agenzia che non mette in copertura le polizze pur restituendo al cliente una scrittura privata (certificato assicurativo) del tutto originale.

Di conseguenza, permettere che i veicoli non assicurati rimangano in circolazione  è un’enorme responsabilità che lo Stato e le Istituzioni, la collettività stessa per gli enormi costi che queste implicano in caso di danni, non possono permettersi, ancor di più dall’entrata in vigore del csd. omicidio stradale, nel quale apparato normativo l’essere alla guida di veicolo a motore sprovvisto di assicurazione rappresenta un aggravante. Basarsi sul cartaceo  invece che responsabilizzare ulteriormente le Compagnie Assicurative come giusto che sia, anche perché previsto dalle su citate norme, affinchè provvedano ad una attenta, oculata e rapida trasmissione alla banca dati delle polizze stipulate, costituisce un modo ulteriore per rendere inefficaci i controlli di polizia.

Volendo operare così come suggerito, in considerazione dei tempi di accertamento, attraverso la presentazione da parte dei proprietari dei veicoli della relativa certificazione assicurativa RCA cartacea, che sono lunghissimi e operativamente difficoltosi (in quanto possono richiedere anche l’intervento di diversi Comandi di Polizia), non fa che permettere il perdurare di una  situazione di potenziale pericolo.

[button color=”” size=”” type=”square” target=”” link=””]E se accadesse un loro coinvolgimento in un omicidio stradale in questa fase di accertamento sul cartaceo?[/button]

Mentre, al contrario, l’accertamento effettuato dagli Organi di Polizia Stradale, attraverso l’uso di strumenti tecnologici avanzati, che come lo Street Control attingono alla Banca dati ufficiale, quella per intenderci sancita dagli artt. 225 e 226 C.d.S., direttamente su strada e in tempo reale,  non solo risulta essere più efficiente ed efficace, in quanto permette immediatamente di operare l’applicazione delle sanzioni di cui all’art. 193 del CdS, ma altresì, con il sequestro amministrativo, si impedirà sia il ritardo sugli accertamenti sia che i veicoli continuino a circolare impunemente senza copertura RCA, con gravissimi pericoli per la sicurezza stradale.

Riteniamo non ci siano alternative, il Ministero dell’Interno deve intervenire soprattutto affinchè si garantisca che i dati sulla copertura assicurativa arrivino all’archivio nazionale dei veicoli della MCTC in tempo reale e senza alcun problema, come di fatto già avviene per la revisione dei veicoli (affidata, tra l’altro, ad aziende private) intervenendo, anche sanzionandole, sulle compagnie che non contribuiscono ad alimentare il predetto archivio.

http://www.ansa.it/canale_motori/notizie/istituzioni/2015/09/18/rc-autoda-18-ottobre-addio-contrassegno-verifiche-digitali_b3f0c973-ff4f-4d2f-ab9e-922cf0816a59.htmlT

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