Bossetti, lo ricordate, è la persona che attualmente si trova reclusa perchè accusato dell’omicidio di Yara Gambirasio, la ragazzina tredicenne di Brembate di Sopra, che venne ritrovata ormai cadavere in un campo abbandonato nelle vicinanze del luogo della scomparsa ovvero Chignolo d’Isola.
In tema di evidenze su una scena del crimine, esse possono essere sostanzialmente distìnte in “biologiche” come sangue, sperma, saliva, formazioni pilifere, nonché urina, feci, vomito, ecc. e “non biologiche” come le impronte digitali e palmari, le impronte dentarie, di piedi, i reperti balistici e le tracce chimiche).
Sugli slip e sui leggings della ragazzina furono rinvenute dai Ris alcune tracce biologiche che, con ogni probabilità, sarebbero appartenute al presunto assassino. I ris identificarono alcune tracce biologiche che potevano appartenere all’assassino e tra queste un campione di DNA Nucleare : l’acido desossiribonucleico è la molecola presente nella cellula che fornisce l’informazione genetica da cui dipendono tutte le caratteristiche di una persona e, ad eccezione dei gemelli omozigoti, non esistono due individui con lo stesso patrimonio genetico. In particolare, sono state studiate alcune regioni del DNA che contengono delle parti che si ripetono quantitativamente in modo diverso da persona a persona ed in virtù delle quali la molecola stessa ne risulta caratterizzata.
Ciò significa che questa molecola si differenzia tra persona a persona al punto da consentire una diagnosi individuale. Questo il motivo per cui, in ambito forense, si parla di DNA fingerprinting. Analogamente all’impronta digitale, ma con la differenza che, il risultato dell’analisi del DNA, impronta genetica, consente che si possa esprimere un giudizio, in termini di identità, che si avvicina al 100%, la certezza dell’impronta digitale, invece, può esserci solo se viene riscontrata la corrispondenza di 16-17 punti con il campione rinvenuto sulla scena del crimine e l’impronta dell’individuo.
Riguardo alla tecnica di estrazione del DNA, esso viene individuato mediante precise ed affinatissime tecniche, come la PCR, per mezzo della quale anche una minima traccia di sangue può essere utile per ricavare il profilo genetico di un individuo.
Ma non solo il sangue è l’unico tramite per ricavare l’impronta genetica, sono idonee anche le formazioni pilifere, ad esempio, che spesso possono essere rinvenute nell’ambiente, sugli indumenti della vittima, tra le sue mani o sotto le unghie, per lo più a fronte di fattispecie lesive particolari comportanti colluttazione tra aggressore e vittima (come ad es. può avvenire nel caso di violenza sessuale), oppure adese su mezzi contundenti qualora abbiano attinto il capo, come pure lo sperma, la saliva, il sudore.
Detto ciò, se il DNA rinvenuto sulla povera Yara è quello appartenente al presunto assassino, e come sostiene la cronaca, trattandosi di DNA nucleare, non possono esserci margini di errore. Dunque, il problema sollevato dalla difesa di Bossetti circa la presenza di un DNA mitocondriale, normalmente estratto da peli, sperma, saliva, in grado di determinare la linea materna, nel caso di specie sembrerebbe non essere presente nelle cellule di Bossetti. Ma il problema dovrebbe essere posto in altri termini, pur sapendo che che tutti i fatti presenti sulla scena devono essere spiegati, secondo l’assunto dell’Analisi Criminale, la scienza della logica applicata agli elementi obbiettivi rinvenuti su una scena del crimine, nello spiegare ilcome mai il DNA nucleare, ovvero l’impronta genetica di Bossetti fosse sul corpo della piccola Yara.
Questo è il quesito che deve essere risolto oltre ogni ragionevole dubbio: come avrebbe fatto qualcun’altro ad innestarlo al sangue di Yara e nel contempo non lasciare tracce proprie nell’usarle violenza?