E’ di oggi la notizia del suicidio di una ragazza di appena 19 anni di Parigi, che ha posto fine alla sua vita gettandosi sotto un treno. Vi chiederete qual’è la novità non essendo, purtroppo, la prima volta che un giovane ponga fine alla sua vita. Ciò che sta destando non poco sgomento è il fatto che la ragazza abbia dato appuntamento ai suoi amici virtuali a connettersi alle 16 e che poi, in diretta, abbia filmato il suo suicidio gettandosi sotto un treno, denunciando nel contempo chi l’avrebbe stuprata. Su quest’ultimo fatto stanno indagando al fine di verificare se ciò sia veramente accaduto.
Il punto su cui ci preme riflettere è proprio sul comportamento diffuso, soprattutto tra i più giovani, di riprendere le proprie gesta. “Vlogger” è il termine usato per indicare un blogger che si filma e rende pubblico il suo video, è una pratica in ascesa, mentre vlogging è l’abbreviazione di “video blogging“, ossia la modernissima moda di fare blog (pagina web realizzata per veicolare le proprie idee, conoscenze, messaggi, ecc…) attraverso un video. Diventarlo oggi è semplice, basta una videocamera e una connessione ad internet per veicolare argomenti diversi che, di fatto, sono strettamente collegati agli interessi, agli hobby o alle “fantasie” del vlogger stesso. Anche il termine youtuber sta ad indicare il vlogger, in quanto YouTube è proprio la piattaforma più usata per aprire un vlog. Dunque, se un blog utilizza principalmente il video per disseminare un messaggio, una informazione, ebbene quello diventa un vlog.
Il primo videoblog nacque nel 2000 ma solo a partire dal 2004 iniziarono a formarsi le prime communities di videobloggers, basta fare una ricerca e si ritrovano su Youtube. Quello che emerge dai loro video è che essi sembrerebbero rappresentare dei “diari” personali, vere e proprie memorie video. La fascia d’età maggiormente interessata risulta essere quella che va dai 9 ai 15 anni, arrivando a totalizzare più di 120 milioni di video cliccati ogni giorno, con migliaia di seguaci, più o meno fra i coetanei che seguono con fedeltà questi mini star. Negli USA, i più famosi vlogger, raggiungono i 12 milioni di seguaci e fino a 60 milioni di visualizzazioni.
Ma a cosa è dovuta questa pratica? Qual’è il senso del loro successo tra i giovanissimi?
Proviamo a dare una spiegazione cercando di comprendere quale siano i bisogni sottesi, i sogni da realizzarsi ed i rischi connessi.
Fu Winnicott, pediatra e psicoanalista, a parlare della funzione del rispecchiamento materno nei neonati. I lattanti quando guardano il volto della loro madre, vi vedono “riflessi” loro stessi in quelle sensazioni che provano. Il neonato è se stesso che vede riflesso negli occhi della madre, non percepisce una identità separata. Da qui si parte: dall’appagamento dell’essere “visti” e considerati, perchè questa sensazione è ciò che produce, sin dalle origini, nel neonato un senso di benessere, proprio come lo produce il cibo per il corpo, proprio come il latte materno. Così che il neonato sperimenta il senso della propria esistenza, in quel vivere la vita a partire dai comportamenti della madre, atti semplici di accudimento che nel bambino genera benessere e appagamento. L’infante, che ancora non dispone della parola per esprimere ciò che sente, inizia a strutturare dentro di sè uno spazio in cui registrare sensazioni, tensioni, emozioni, a cui attribuirà un preciso significato e arriverà il momento in cui, attraverso le parole e gli atteggiamenti, sarà capace di esprimere il suo mondo interiore comunicandolo all’esterno.
a Chi è mancato il rispecchiamento da parte delle figure di accudimento, chi non e’ stato “visto”, compreso, difficilmente trovera’ pensieri e parole per pensare a se stesso in modo comprensibile, per parlare di sé, a se stesso e agli altri.
Se il rispecchiamento materno funziona in modo sufficientemente positivo, si pongono le basi per lo sviluppo di un sentimento di sicurezza, autostima, e fiducia in se stessi. Questo è il narcisismo sano, indispensabile per superare la fase adolescenziale in modo integro sviluppando una identità matura e positiva.
Viceversa, se questo rispecchiamento è carente o distorto, accadrà che il neonato sviluppi un senso di inadeguatezza, spesso proverà sentimenti di angoscia, e sperimenterà la sua rabbia indifesa da queste emozioni negative che gli provengono dalla madre. Il bambino cercherà, poi, di colmare i vuoti prodotti da questo sistema carente, aggrappandosi a surrogati, oggetti altri o altre persone ed è così che si strutturano le dipendenze patologiche.
Ed ecco allora spiegata la ricerca di una conferma della propria esistenza/consistenza nell’essere visti dagli altri. La Rete diventa il sostituto degli occhi della madre nella primissima infanzia, così si concentrano su quello che potrebbe renderli importanti come non lo sono stati, il vuoto interiore va colmato, navigando un pò allora trovi i suggerimenti degli stessi coetanei affinchè si possa diventare vlogger:
Sei affascinante, interessante, eccentrico o unico. Buona parte della fama sul web si basa sul “culto della personalità”.
Hai qualcosa di speciale che può richiamare l’attenzione della gente. Quello che offri ai lettori e agli spettatori è divertente ed innovativo. I tuoi contenuti si basano sull’informazione e sull’intrattenimento, non solo su di te.
Sei capace di connetterti con le persone, trarre il meglio dagli altri ed accendere la loro energia. Sei affabile e divertente e ti senti a tuo agio su internet.
Sei un camaleonte, capace di percepire i cambiamenti nello stile e nei gusti della massa e sei sempre un passo più avanti degli altri, creando nuovi trend. Insomma, sei la Madonna del web.
E quindi non ci si può meravigliare se poi si passa dal voler essere visti a tutti i costi come individui eccelsi e capaci in sport estremi, tutorial da perfetti professionisti che dispensano consigli di ogni tipo, ma un pò meno per se stessi e fino al gesto estremo, quello di voler tornare da dove “non si era ancora visti”, attraverso un video, ma questa volta l’ultimo e per sempre!
Diritti Riservati.