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Fisionomia della criminalità in relazione al territorio

Questo è uno studio che nasce dalla curiosità di conoscere e comprendere la tipicità dei fenomeni criminosi presenti sul territorio nazionale. Da questa ricerca è emerso che, a livello nazionale, il crimine maggiormente presente con un tasso pari al 49,5%, è il furto.

E’ annoverato, nel Codice Penale, tra i  reati contro il patrimonio, insieme ad altre fattispecie astratte, tra cui la rapina. Si è osservato che,a livello nazionale la regione con l’incidenza maggiore è  l’Emilia Romagna, con  3.232,1 furti per 100.000 abitanti, a differenza della Basilicata, la cui presenza  è pari con 801,1 furti. Ovviamente, occorre sottolineare che la rilevazione dei dati è in proporzione al numero della popolazione presente nel territorio. Ad un esame di livello quantitativo si è osservato come il reato del furto si classifica in: furto con strappo, e furto in abitazione. Nel primo caso il Mezzogiorno registra il 39.3%, a differenza del nord-est con un incidenza minore. Invece per il furto in abitazione il primato si registra al nord-est e al centro.  A livello qualitativo si potrebbe ipotizzare che la percentuale rilevata sia collegata alla maggior presenza di una certa tipologia di criminali:  coloro che sono maggiormente mossi dalla necessità di soddisfare bisogni immediati.

Le probabili cause che influiscono sull’aumento di tale crimine, riguarda una tra le prime la posizione geografica, poiché  l’Italia gode di un ottima posizione e di conseguenza favorisce i trasporti aerei, marittimi e via terra, poiché quasi tutte le regioni italiane godono di ottime vie di comunicazione. Si può ritenere che le vie di comunicazione favoriscono lo smistamento delle merci rubate e di conseguenza degli autori del reato. Lo sviluppo della nazione a livello economico-sociale e politico, comporta anche l’entrata di nuove culture così determinando processi di integrazione fra di essi. Il reato del furto può colpire le cosiddette “zone di benessere”, dove è presente una maggior agiatezza socioeconomica ma non solo, può riguardare anche aree differenti. Una particolarità riguarda l’Abruzzo, dove si sottolinea che, a differenza dei dati nazionali, dove è maggiormente presente il furto, in tale realtà la rapina ottiene le percentuali più elevate, in particolare a danno delle banche e degli uffici postali. Una possibile spiegazione, potrebbe riferirsi ad una prima analisi generale del territorio, dove si è osservato che sono le caratteristiche territoriali e le variabili geografiche che possono influire sulla presenza di un alto numero di reati di rapina.

All’interno delle città si osserva come la  divisione territoriale in quartieri, favorisca l’evolversi di forme di disagio sociali, generando stratificazioni sociali con la conseguente perdita, da parte della città, del senso di integrazione e unione, dove anche il semplice camminare su una strada ci porta ad essere singoli elementi che si distaccano dal contesto, questo aspetto è dato soprattutto dalla società nella quale si vive che erige alcuni quartieri rispetto ad altri, trascurando quelli che sono i bisogni vitali di questi e generando, invece, differenze che molto spesso favoriscono la formazioni di realtà criminali.

Ma chi è il rapinatore?

Di norma, sono individui spinti dal desiderio di soddisfare un bisogno, e di conseguenza agiscono o da soli (i tossicodipendenti) o in gruppo (gli adolescenti). Il loro modus operandi si caratterizza da una spinta violenta, dall’imprevedibilità e la casualità dell’evento che non permette di stabilire, secondo uno studio di fattibilità,  un luogo preciso in cui può avvenire il reato. I motivi che inducono i soggetti a compiere tali azioni sono svariati: dalla possibilità di reperire immediata ricchezza, al mantenere la propria dipendenza, all’agere per conto di organizzazioni criminali, anche per motivi ideologici e religiosi ecc.

Le vittime dei reati criminali, comunemente sono i soggetti più deboli e proprio per questa maggiore vulnerabilità, sono maggiormente più esposti al rischio vittimizzazione, non detenendo gli strumenti necessari per la propria difesa: sono le persone anziane e/o le donne.

L’approccio allo studio della vittima, è abbastanza recente, nasce con la Scuola Positiva, dove la vittima e il suo comportamento furono studiati quale parte integrante del discorso criminologico. L’essere vittima comporta due tipologie di danni: uno primario, ovvero inerente a tutte le possibili conseguenze connesse dall’essere vittima del reato, quindi di danno materiale e morale subito dall’agente criminale mentre, nel secondo caso, si stratta di una ulteriore forma di vittimizzazione che si agiunge alla prima, diretta o mediata dalle agenzie di controllo formale, come ad esempio il risottoporre la vittima alle conseguenze stressanti di ciò che a vissuto in fase processuale.

Il sentimento che accomuna tutte le vittime è la paura,  ancor di più la percezione del non sentirsi sicuri nella propria città, nel proprio quartiere.

 

Ma il senso di insicurezza non pervade solo chi ha sperimentato uno stato di vittimizzazione: l’Istat infatti ha registrato che, nel corso del 2013, il  34,3 % della popolazione sente su di sè il peso di vivere situazioni di forte rischio  criminalità, soprattutto nelle zone del Centro Italia. Il senso d’insicurezza che la cittadinanza vive è aggravato dall’osservare all’interno delle città luoghi e ambienti sporchi, che possono determinare da parte di singoli o gruppi di soggetti attività criminose.

Ma quali sono  i possibili interventi per contrastare il fenomeno criminale ma soprattutto il senso di insicurezza? 

 

Un ruolo importante è quello ricoperto dalle autorità competenti sul territorio, quali gli Organi di Polizia che attuano i fattibili provvedimenti atti a prevenire e  limitare le azioni criminali.

Si è osservata la presenza nei luoghi deputati a rischio di telecamere che controllano alcuni ambiti in città. Da un esperienza diretta si è potuto osservare come questsecurity-camera-1315376i strumenti possano apportare un beneficio in termini di sicurezza, sia attiva che percepita, poiché determinano sia un intervento immediato degli organi di polizia, in quanto strumenti utili per l’identificazione dell’autore del reato,
sia perchè  sono dei  mezzi attraverso i quali è possibile attuare uno studio dei comportamenti dei criminali in azione. Inoltre possono permettere di studiare e  stimare le ragioni di un dato rea
to che si presenta cn una maggior frequenza. In  definitiva si ritengono un ottimo strumento di vigilanza e di sicurezza per la cittadinanza.

 

L’invito, dopo aver illustrato in  estrema sintesi la fisionomia del territorio nazionale in relazione ai crimini,  è rivolto alle  Istituzioni, locali e regionali, le quali dovrebbero pianificare e divulgare progetti, iniziative a favore della comunità, non solo dei singoli cittadini ma anche degli esercenti le attività commerciali che, come abbiamo più volte ribadito, sono vittime del fenomeno criminoso della rapina. Tali progetti devono contenere possibili forme preventive per il reato maggiormente riscontrato nel proprio territorio, soprattutto rispondenti alle finalità di ridurre, in ogni singolo soggetto, il forte senso di insicurezza, che non riguarda solo le fasce più deboli, come gli anziani e i bambini, ma tutti i cittadini a prescindere dall’età. Si potrebbe ipotizzare di ricevere segnalazioni attraverso veri e propri sportelli di accoglienza per il cittadino, da viversi come punti di riferimento e di informazione.

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